L’iniziativa di Stefano Caccavari piace a Silvia Lanzafame, la prima imprenditrice italiana che ha fatto della valorizzazione della Dieta Mediterranea una ragione di vita. 27 anni, economista e Manager della Dieta Mediterranea e della Sostenibilità Ambientale, Silvia Lanzafame è Amministratore delegato della Dieta Mediterranea srl che gestisce la master brand etica Simply Med che commercializza on line alimenti e prodotti della Dieta Mediterranea. Oggi Silvia Lanzafame ha espresso grande soddisfazione per l’iniziativa di Stefano Caccavari che, a suo parere, mostra l’efficacia del volto nuovo e onesto della Calabria e di una imprenditoria intelligente che sa guardare al futuro con coraggio e creatività che piace ai mercati.
SILVIA LANZAFAME: IDEA DI STEFANO CACCAVARI E’ GENIALE E MOLTO UTILE ALLA NOSTRA TAVOLA
“L’iniziativa di Stefano Caccavari – ha commentato la giovane imprenditrice alla nostra Redazione – è testimonianza di un affiatamento tra giovani, quali noi siamo, che guarda al lavoro ponendo al centro degli interessi la centralità dell’Essere Umano. Rimettere a nuovo un vecchio mulino utilizzando i moderni sistemi della connettività è anche prova che noi giovani possiamo farcela da soli rispetto ad istituzioni che non amano in Calabria, le nuove generazioni. Inoltre – aggiunge l’esperta di Dieta Mediterranea – farina e pane di questo mulino, per le caratteristiche che avranno, rappresenteranno per la mia azienda un toccasano poichè questo è il pane della Dieta Mediterranea. Un passo verso il futuro praticando le buone maniere dei nostri nonni che ci amavano attraverso il Cibo. Sono certa – ha concluso Silvia Lanzafame – che lavoreremo insieme”.
Silvia Lanzafame e Stefano Caccavari sono figli della “digital generation” che hanno saputo utilizzare la Rete per dare vita a nuove economie. Silvia, tra l’altro, ha posto in rete una Piattaforma innovativa e di buon gusto che porta in tavola la Dieta Mediterranea, il suo Cibo Sano e le antiche tradizioni del saper fare in cucina (www.dietamediterraneaintavola.it). E’ la prima in campo internazionale e ciò rappresenta un nuovo primato per il Sud Italia debole politicamente ma forte nelle nuove generazioni.
STEFANO CACCAVARI E IL MULINO DI SAN FLORO
Fonte: food24.ilsole24ore.com – Il mulino di San Floro non è un set da pubblicità, non c’è Banderas nei paraggi. Siamo in Calabria, località Torre del Duca, e qui sorgerà quello che sarà il primo mulino social, con tanto di macine di pietra, ruscello e ruota a trazione idraulica (ma anche elettrica): aprirà a luglio grazie a una raccolta fondi organizzata su Facebook. L’appello lo ha lanciato Stefano Caccavari, una celebrità dalle sue parti, per aver dato vita un anno fa a un’iniziativa agricola innovativa, che ha di fatto fermato la realizzazione in zona della più grande discarica d’Europa. Si attende a giorni la sentenza definitiva del Consiglio di Stato sul destino di quei 40 ettari in provincia di Catanzaro.
Mulinum, un forno e vecchie pietre francesi
A pochi chilometri dal Golfo di Squillace, Stefano, studente di Economia a Reggio Calabria, ha creato l’Orto di famiglia, iniziativa di custodia del territorio, che ha riunito il circondario. Affitta pezzi di terra, li coltiva e consegna i prodotti (o invita alla raccolta). Centinaia gli abbonati, tanti in lista di attesa. Con lo stesso spirito ha dato il via al progetto Mulinum: stava per chiudere un affare con l’ultimo mugnaio della Calabria, a San Severino, in provincia di Crotone. Che però era in trattativa con imprenditori toscani. L’accordo è saltato. Una notte insonne, ma poi è nata l’idea: coinvolgere il web nell’acquisto di due vecchie macine “La Ferté”” (pare le migliori pietre in commercio dal 1800) e trasformare un casolare di famiglia in un mulino con forno. Intorno un’enorme distesa di spighe Senatore Cappelli. Ecco fatta la filiera del grano antico.
Raccolta fondi sui social
Il primo post parte alle 9,17 del 14 febbraio:” (Urgente) Salviamo l’ultimo mulino a pietra della Calabria”, scrive Stefano su Facebook. Segue un lungo appello. Il mugnaio Giulio di San Severino (93 km da San Floro) vende e in Calabria non ci sono altri posti (certificati e a norma) dove portare il grano. Soluzione radicale: comprare il mulino e adeguarlo con 30mila euro. Parte il crowfounding. Risponde Marco da New York, Salvatore da Maiami, Antonio da Pechino. La raccolta non si ferma neanche quando, sfumato l’affare con Giulio, scatta il piano b: riabilitare delle vecchie macine e ristrutturare il casolare abbandonato nell’antica valle dei mulini di San Floro. Metterci dentro anche il forno per preparare “u brunieiettu”, il pane tipico del posto. E il “iermanu”, fatto con la segale, come 60 anni fa. Servono più soldi: 200mila euro. Aderiscono da Berlino, da Londra, dalla Calabria, da tutta Italia.
Si inaugura a luglio con la festa del grano
In pochi giorni Stefano ha raggiunto 110mila euro. Cento venti le persone coinvolte: “Chi vorrà sarà socio o verrà ripagato con coupon per l’ acquisto di farina”. Pizzaioli di fama (torinesi, bergamaschi, romani) già preparano gli ordini. Partecipa anche il verace panificatore Gabriele Bonci, che attende nel suo Pizzarium di Roma la farina di Mulinum. Dieci agricoltori saranno partner per la coltivazione del grano. La prossima settimana una squadra di specialisti di macine antiche arriverà a San Floro dalla Sicilia: rimetterà in sesto le pietre francesi. Troppo lente per la produzione industriale, perfette per quella bio. Lavorano 1 quintale di grano all’ora ma il chicco mantiene intatta la sua naturale composizione. Fra qualche giorno sarà pronto il rendering del progetto. Importanti distributori di prodotti biologici attendono la mietitura. Questa estate, con la grande festa del grano entrerà in funzione il mulino. Tutto il web è invitato. Stefano è al giro di boa: la raccolta fondi continua.
Facebook
Twitter
YouTube
RSS