A cura di Viviana Normando/
In occasione del Giubileo della Misericordia entra in rete il DIGITAL CULTURALE HERITAGE MUSEUM promosso dalla Fondazione “Paolo di Tarso” di Roma, ente No Profit riconosciuto dal MiBACT, che tra i soci fondatori annovera la Basilica dello Stato. Scopo del Museo Digitale in chiave 4.0 è quello di diffondere il grande Patrimonio Culturale Italiano e la Bellezza del Sacro, attraverso una chiave di lettura assai speciale e invitante: la Fotografia d’autore, con il suo dire silenzioso che non necessita di essere tradotto in alcuna lingua perché si palesa con il suo essere pupille degli utenti della rete.
FOTOGRAFIA D’AUTORE TESTIMONIANZA DI BELLEZZA
Possiamo certamente dire che la Fotografia, in questo caso, è riuscita a celebrare per davvero la Bellezza dell’Italia con la proposta di un ideale viaggio ai fini della conoscenza, della diffusione della cultura e della fede, che può contare su quantità decisamente impressionanti di spettacolari Immagini proposte alla grande comunità della Rete in formato Orbicolare e Virtual Tour, con inserti audio e video. Si parte dalla Calabria, approdo di millenarie civiltà come Sicilia e Puglia per giungere nella Roma dei Papi e molto più. L’idea ben si concilia con la visione di “Bellezza” tanto di Dostoevskij, quanto di Platone per cui “il bello è lo splendore del vero” che sembrano avere ispirato l’innovativo museo che, da quanto abbiamo potuto apprezzare in anteprima, sarà la “mecca” del Turismo visuale, determinante per l’orientamento dei flussi turistici.
Il DIGITAL CULTURAL HERITAGE MUSEUM si propone – e questa è la novità – quale antidoto contro la desertificazione dei valori supportata da immagini terrificanti di ogni forma di violenza, che governano la Rete nella quale, con un programma ben preciso, la Fondazione “Paolo di Tarso” intende immettere segni di Bellezza e bontà. Il primo passo del DIGITAL CULTURAL HERITAGE MUSEUM è stato quello di occuparsi del più grande taumaturgo della storia cristiana: San Francesco da Paola (www.francescodipaola.info) di cui, contestualmente al Giubileo della Misericordia, si celebrano i 600 anni dalla sua nascita.
GIUBILEO DELLA MISERICORDIA E LA VIA DELLA BELLEZZA
Chiaro è che il Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco appena dopo l’uscita dell’Enciclica “Laudato Sì”, si propone di porre nel cuore delle grandi questioni universali, la centralità dell’Essere Umano. Un Giubileo teso a rivoluzionare l’interiorità della persona alla quale chiede di essere protagonista di una vera e propria ribellione in difesa della dignità umana e del Creato. L’Uomo giunto dall’altra parte del mondo, prende il nome di Francesco, con riferimento a San Francesco di Assisi, e accende in noi il fuoco della ribellione. Una rivolta contro nessuna persona che sia al di fuori di noi stessi. E’ la nostra coscienza, il nostro campo di battaglia. Papa Bergoglio vivifica il messaggio di Francesco che con la sua “povertà” ritorna per creare ricchezza, quella autentica che si diffonde gratuitamente tra Donne e Uomini di buona volontà. Francesco di Assisi non avrebbe mai rinunciato a nulla se non avesse avuto la certezza di potere avere in cambio di più. E così è stato. Questa ricchezza ben identificata dai primi anni di papato di Bergoglio si chiama “Misericordia”, la via irta ma che conduce alla Pace e al rispetto per noi stessi e del nostro prossimo. Ma per comprendere se nel tempo della guerra più diffusa e multidimensionale della storia la Bellezza irradiata dalla ricerca di Dio nell’Arte ha senso, dobbiamo spingerci a pensare che, come afferma l’ex frate francescano Leonardo Boff, Papa Francesco ha dato speciale importanza alla trasmissione della fede cristiana attraverso la via Pulchritudinis (la via della bellezza). Non basta che il messaggio sia buono e giusto. Deve essere anche bello, perché solo così arriva al cuore delle persone e suscita l’amore che attrae, (Esortazione La gioia del Vangelo, n.°167). La chiesa non persegue il proselitismo ma l’attrazione che viene dalla bellezza e dall’amore la cui caratteristica è lo splendore. Ecco dunque svelata la missione della Bellezza dell’Arte e del suo grande contributo che essa può offrire alla nostra formazione. La Bellezza apre il nostro cuore alle emozioni e ci aiuta a riconoscerla anche in ciò che apparentemente tale non appare, come la miseria umana, la malattia, la povertà.
MADRE TERESA DI CALCUTTA: UNA SANTA SIMBOLO DI MISERICORDIA
Così vera questa teoria che nell’anno della Misericordia è proclamata “Santa” Madre Teresa di Calcutta, la Donna piccola di statura ma un gigante di levatura che della Misericordia e dell’amore per il prossimo ne fa la sua stessa missione di vita. Una vita nella quale, a volte, sembrava non esistere Dio stesso, tali sono le brutture che alla sua vista si prospettano vivendo nell’ingiustizia che miete poveri e ultimi. Ma dov’è la Bellezza in tutto questo? Forse nelle semplici parole di Papa Francesco che in occasione dell’apertura della Porta Santa dice: “Apritemi la Porta della Giustizia!“
BELLEZZA E BONTA’ NEL PATRIMONIO CULTURALE
Da oltre 30 anni mi chiedo se l’Arte, con il suo potere di unire, in grado di manifestare e tessere bellezza a bontà, potrà qualcosa contro la desertificazione dei valori e della ragione umana. In verità oggi sono personalmente convinto di si, come ampiamente mi è stato dimostrato con l’istituzione della Città della Pace avvenuta nell’Ottobre 2002 nelle michelangiolesche mura di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma, ove le Nazioni si sono incontrate per mezzo della manifestazione delle Arti per dare forma ad un futuro di pace. Più che mai sono convinto che alle manifestazioni distruttive dobbiamo opporre i segni della Bellezza in ambienti ampiamente condivisibili. La rete, con il suo potere di adunanza, è il luogo ideale.
DOSTOEVSKIJ E LA SUA TERAPIA DELLA BELLEZZA
Sempre Leonardo Boff ci ricorda che uno dei grandi estimatori della bellezza è stato Fiodor Dostoevskij. La bellezza era così centrale nella sua vita – racconta anche Anselm Grun, monaco benedettino e grande spiritualista, nel suo ultimo libro “Bellezza: una nuova spiritualità della gioia di vivere” (Vier Turne Verlag 2014) – che il grande romanziere russo andava almeno una volta all’anno a vedere la bellissima Madonna Sixtina di Raffaello. Rimaneva a lungo in contemplazione davanti a quella splendida figura. Questo fatto è sorprendente, dato che i suoi romanzi penetrano nelle zone più oscure e perfino perverse dell’animo umano. Ma quello che lo spingeva, in verità, era la ricerca della bellezza, e per questo ci ha lasciato la famosa frase: “La bellezza salverà il mondo” che appare nel libro “L’idiota”.
LA DOMANDA: IN CHE MODO LA BELLEZZA SALVEREBBE IL MONDO?
Nel romanzo I fratelli Karamazov – dice Boff – Dostoevskij approfondisce il problema. Un ateo, Ipolit, domanda al principe Mynski “in che modo la bellezza salverebbe il mondo”? Il principe non dice nulla ma va da un giovane di diciott’anni che sta agonizzando. Lì rimane pieno di compassione e amore finché quello muore. Con questo voleva dire: è la bellezza che ci porta all’amore condiviso con il dolore; il mondo sarà salvo oggi e sempre fin quando ci sarà questo gesto. Ciò che oggi inizia a mancare! Per Dostoevskij la contemplazione della Madonna di Raffaello era la sua terapia personale, perché senza di questa avrebbe disperato degli uomini e di se stesso, davanti ai tanti problemi che vedeva. Nelle sue opere ha descritto persone cattive distruttive e altre che vivevano immerse negli abissi della disperazione. Ma il suo sguardo, che metteva in rima amore con dolore condiviso, riusciva a vedere la bellezza nell’anima dei più perversi personaggi. Per lui il contrario di “bello” non era “brutto” ma utilitaristico, lo spirito di usare gli altri e così rubar loro la dignità. Ciò che accade oggi alla politica che non riconosce, in assenza di autentica Bellezza, il suo stesso ruolo nella società.
IL POTERE DELLA RETE E LA BELLEZZA DELL’ARTE MESSAGGIO SALVIFICO
Oggi la grande guerra senza ragione si sta combattendo sui media e in modo particolare in rete, il luogo in cui ci si incontra, si socializza, nel quale si sviluppano idee, tendenze, nuove economie e nuovi modelli di democrazia. Ma soprattutto, la rete è oggi il luogo ove la società si forma e ove è opportuno che Bontà e Bellezza siano posti come altro piatto della bilancia, come opportunità di scelta.
TERRORISMO E DISTRUZIONE: GUERRA E MORTE IN RETE
A riprova di ciò l’azione dell’ISIS con il suo minare e demolire quotidiano dei segni della memoria umana che ne ricordano il percorso di civiltà. Aree archeologiche, beni culturali di importanza strategica per la mappatura del cammino della civiltà umana, sono state completamente azzerate a colpi di cannoni. Dunque il messaggio di chi vuole la distruzione è chiaro: distruggere tutto ciò che è Bello e può ricondurre al Buono. Ecco per quale motivo riteniamo che la consapevolezza dell’azione che l’Arte con il suo messaggio salvifico debba porsi con la massima autorevolezza in Rete.
Noi faremo del nostro meglio. La nostra è una battaglia di Civiltà!
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