In tanti anche quest’anno, almeno 100.000 secondo gli organizzatori, tra striscioni e bandiere con i colori dell’arcobaleno, canti e slogan, hanno percorso a piedi i circa 24 chilometri che collegano Perugia ad Assisi, per dire che «Cento anni di guerre bastano» – un secolo dopo la Prima guerra mondiale – con un pensiero rivolto al lavoro, perchè «non c’è pace se non c’è lavoro e se non c’è il riconoscimento dei diritti fondamentali», come hanno sottolineato gli organizzatori. Alla ventesima edizione della Marcia della pace che si è svolta oggi 19 ottobre, c’erano la presidente della Camera, Laura Boldrini, la vicepresidente, l’umbra Marina Sereni, don Luigi Ciotti, Nichi Vendola, la presidente della Regione, Catiuscia Marini, e quello del consiglio regionale, Eros Brega, il sindaco di Perugia, Andrea Romizi. Il Papa, dopo quello di ieri del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha inviato un messaggio (la Marcia sia un’occasione per un maggior impegno nella «diffusione della cultura della solidarietà, ispirata ai valori morali e al servizio della persona umana e del bene comune», ha detto).
Ma come sempre, i protagonisti sono stati i cittadini comuni: tra loro, moltissimi i giovani e i bambini, di 177 scuole. Erano 277 gli enti locali, 479 associazioni, 526 le città partecipanti, e tutte le regioni italiane coinvolte. Con alcune importanti defezioni quest’anno, in aperta polemica con la Tavola della pace, che promuove la manifestazione.
Una edizione che ha visto protagonisti anche gli operai dell’Ast di Terni impegnati in una difficile vertenza, con oltre 500 posti di lavoro a rischio. Al suo arrivo ad Assisi, a piedi, dopo essersi unita ai partecipanti qualche chilometro prima da Santa Maria degli Angeli, la presidente Boldrini li ha incontrati: «Cercherò di fare quello che posso, non buttatevi giù», ha detto loro, sottolineando la necessità di una task force istituzionale per questa vicenda.
«La pace sociale – ha quindi osservato la presidente della Camera – si basa anche sul diritto al lavoro, che è un diritto costituzionale». «San Francesco – aveva detto alla vigilia padre Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro convento – attende i suoi testimoni di pace per incoraggiarli nel loro impegno quotidiano in una situazione drammatica di presenza di guerre e assenza di lavoro». La partenza, stamani, a Perugia (nel frattempo presa d’assalto da altre centinaia di persone in occasione di Eurochocolate), era stata preceduta dal suono di cento esplosioni diffuso dagli altoparlanti. «Cento colpi – ha detto il coordinatore del comitato promotore, Flavio Lotti – che scandiscono cento anni di guerre, con tante stragi che anche oggi ci sono nel mondo. Siamo qui perchè non vogliamo più vedere vittime».
Fonte Il Messaggero
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