Nel trarre un bilancio del Simposio COTEC resto fermamente convinto della bontà di questa iniziativa, sia sotto il profilo dei contenuti che delle sinergie fra i nostri tre Paesi che vi hanno dato vita”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo al Palazzo del Pardo di Madrid alla sessione conclusiva dell’VIII Simposio COTEC Europa.
“Devo tuttavia constatare – ha aggiunto il Capo dello Stato – che la COTEC non ha ancora sviluppato tutte le potenzialità che ci si attendeva, quanto meno sul versante italiano. In un contesto europeo e, soprattutto, mondiale in cui crescita, competitività e innovazione sono tre termini di una stessa sfida, alla quale Italia, Portogallo e Spagna non si possono sottrarre, la COTEC può rappresentare un utilissimo volano di stimolo e rilancio. Alle nostre tre Fondazioni nazionali tocca intercettare ed elaborare i bisogni di innovazione e crescita dell’intera aerea mediterranea. Il mio caloroso invito a tutti voi è ad avvalersene e non trascurarne le potenzialità. I bisogni delle nostre economie e dei nostri sistemi produttivi, e soprattutto le pressanti domande dei nostri giovani in cerca di occupazione non ce lo possono permettere”.
Venendo alla tematica dell’VIII Simposio – ricerca e innovazione – “ritengo felice – ha detto il Presidente Napolitano – la scelta di focalizzare i nostri lavori di oggi sulle piccole e medie imprese. L’Italia ne detiene il record europeo per densità : oltre 4 milioni su un totale di 4 milioni e mezzo di imprese”.
Per il Capo dello Stato “è indispensabile innalzare i nostri modelli nazionali di ricerca e legarli più strettamente alla produttività, in un mondo radicalmente cambiato con la globalizzazione, che da tempo non è più tema di dibattito teorico ma è un nodo reale e stringente sul piano politico, economico e occupazionale. Nel 2015, fra tre anni, il 90% della crescita economica mondiale sarà generata al di fuori dell’Unione Europea.
Per coglierne le opportunità, per non mancare quelle legate al costante incremento degli scambi internazionali (+6% anche nel 2011, nel pieno della crisi finanziaria mondiale), dobbiamo migliorare la qualità dei nostri servizi, dei nostri prodotti e dei processi di produzione.
Abbiamo, come Italia, Spagna e Portogallo energie, competenze e strumenti per superare con successo l’attuale crisi e conservare le nostre posizioni più avanzate.
Ancora oggi, non dimentichiamolo, i Ventisette insieme rappresentano il primo attore al mondo per commercio di beni manufatti, il primo per commercio di servizi e un attore dominante nel campo degli investimenti esteri diretti. Il fatalismo del declino è fuorviante. Quello che sarà dell’Europa e dell’Occidente dipenderà da noi”.
Il Presidente Napolitano ha quindi ricordato che “con la Strategia ‘2020’, l’Unione Europea, sostiene prioritariamente gli sforzi nazionali nel campo dell’innovazione.
L’Italia guarda con pieno favore allo ‘Spazio europeo della ricerca’, inteso a fare dell’innovazione e delle nuove tecnologie la componente essenziale di una riconversione industriale centrata sulla sostenibilità, sulla rigenerazione delle risorse primarie, sulla cooperazione e l’integrazione fra ‘ricerca’ e ‘applicazione’. Le piccole e medie imprese facilitano l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, sono flessibili, fanno leva su un forte radicamento socio-territoriale. Queste la loro forza. Per converso possono apparire come ‘bonsai’ nella ‘giungla’ della globalizzazione. Per ovviare alla loro oggettiva debolezza non possono che imparare a fare sistema, ad aggregarsi – ad esempio – in distretti che fungano da nastri trasmettitori dell’innovazione. Quando siano aziende sotto-capitalizzate, ed è il caso di molte tra le piccole, dalle economie di scala e dalla più fluida trasmissione delle innovazioni dipende spesso la loro sopravvivenza. C’è poi una responsabilità delle istituzioni. Essa può esprimersi, ad esempio, qualificando la domanda pubblica in grado di sostenere l’innovazione o definendo gli interventi per affinare le politiche a favore della ricerca, o ancora ponendo in essere un quadro normativo che protegga sufficientemente i diritti di proprietà intellettuale. Senza ignorare, i vincoli in cui inevitabilmente operano tutti i nostri bilanci nazionali”.
“Il rapporto del World Economic Forum sulla competitività globale 2012-2013 – ha sottolineato il Presidente Napolitano – ribadisce come la competitività di un Paese dipende di certo grandemente dall’innovazione tecnologica. Ma dipende anche dalla qualità del servizio pubblico, così come delle risorse umane e delle infrastrutture ; dalla riduzione delle instabilità macroeconomiche ; dall’efficienza del mercato del lavoro, di quello dei capitali e delle merci. La sinergia pubblico-privato è pertanto imprescindibile, pur nella diversità di approcci e di culture professionali”.
“Insieme – ha concluso il Capo dello Stato – le tre Fondazioni possono farsi interpreti autorevoli del patto federativo sull’innovazione e valorizzare le giovani generazioni, aprendo con fiducia alle loro idee, creando nuove opportunità. Con questa nota di ottimismo nelle nostre capacità e nella nostra visione, Maestà, tengo a rinnovare la mia fiducia in quest’iniziativa dei nostri tre Paesi e auguro alla COTEC un pieno successo nel liberare le potenzialità dei nostri sistemi produttivi”.
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