di Fabio Gallo/
La notizia di un Teatro che chiude nelle società che investono in Arte e Cultura rappresenta un vero e proprio dramma da esorcizzare a tutti i costi. Nell’Italia delle Belle Arti non è concepibile e, se accade, ne siamo tutti responsabili. In maniera particolare, chi è impegnato in politica perché essa deve dare l’indirizzo e ha il potere di farlo. Nel corso dell’ultima campagna elettorale abbiamo sentito parlare molte volte della necessità di aprire all’orizzonte di un “nuovo umanesimo” e oggi dobbiamo chiederci se queste parole, certamente d’effetto, sono state pronunciate solo per dare un colpetto di cipria sul rude volto della politica. Il Covid19 è stata una grande esperienza collettiva che ha messo in crisi l’individualismo e l’edonismo capitalista. Parlare di “nuovo umanesimo” e parlarne onestamente significa mettere in conto un passaggio epocale, che riapre l’interrogazione sulla condizione dell’uomo e del suo destino che, in Italia, non può essere certo quello di demolire Arte e Cultura che dell’umanesimo ne sono il cuore ma, piuttosto, di dare ad esse speciale energia perché possano essere maggiormente generative.
La politica ha grandi responsabilità. Più volte mi sono chiesto in questi otto mesi di governo della Città di Cosenza, se la politica abbia bene presente le ricadute che Arte e Cultura, così come il Teatro, potrebbero avere sul sociale e sull’economia di un territorio. Da candidato Sindaco alle scorse amministrative di ottobre 2021, in rappresentanza del Movimento civico (civile) NOI, ho proposto un programma analitico sul modello riuscitissimo del Teatro alla Scala di Milano che avrebbe consentito una vera riappropriazione responsabile del senso che il Teatro, l’Arte e la Cultura volutamente con le iniziali maiuscole, hanno nella società civile. Un programma che in fase di ballottaggio il Sindaco Franz Caruso ha accolto con entusiasmo e che il Movimento NOI ripresenterà a breve, al fine di ricordarne le coordinate. Tre Teatri nella Città che si definisce “Atene della Calabria” hanno chiuso. E accade anche che un Planetario vero, ultimato e inaugurato con echi internazionali sia abbandonato come lo sono i BoCSArt (le case dell’Arte, ndr.) sul lungo fiume Crati, ma si sceglie di investire fondi pubblici per la costruzione del museo di Alarico del quale, non solo non esiste un solo reperto ma neanche una fondata leggenda. Come se Cosenza non avesse un attrezzato Museo dei Brettii e degli Enotri già in grado di rappresentare millenni di storia. Questa dicotomia mostra un chiaro malessere della politica che ancora non ha compreso il ruolo della Cultura. Per evitare che si peggiori la già forte ricaduta sul sociale dobbiamo strutturare il mondo dell’Arte e della Cultura come si conviene e se sono state conferite deleghe a queste bisogna conferire pieni poteri esecutivi. Devo confessare di essere felice di non appartenere più solo alla categoria degli operatori del mondo dell’Arte e della Cultura ma anche al mondo della politica, che mi consente di vedere in maniera più razionale i problemi da risolvere.
E’ tempo di rimboccarsi le maniche e definire metodologia e programmi che abbiano esclusivo interesse per il bene comune. Certo di fare cosa gradita al Sindaco nella qualità di suo “supporto nelle scelte di programmazione indirizzate a rilanciare e valorizzare il Teatro cittadino di tradizione Alfonso Rendano”, incoraggiato dall’ascolto di Associazioni, Fondazioni, Artisti, Compagnie, Sindacati, singoli Cittadini, torno a chiedere che i preposti Uffici comunali pubblichino sulla piattaforma del Comune di Cosenza tutta la programmazione sia del Teatro che del suo ridotto (Sala Quintieri, ndr.). Come fanno i cittadini a sapere cosa si programma in teatro? Si pubblichi l’elenco degli atti inerenti l’intera programmazione: chi finanzia e con quali fondi ed in quale direzione vengono investiti i fondi pubblici sia comunali che ministeriali nel settore Teatro e Cultura in genere. Si pubblichino nello stesso spazio eventuali affidamenti di beni pubblici e le motivazioni, così da potere offrire un quadro esaustivo dei metadati informativi. Sono certo che anche gli Uffici comunali saranno in piena armonia con la mia richiesta di trasparenza che avrà buone ricadute su tutti. Questo sarà un primo passo perché il Comune di Cosenza ed il Teatro di tradizione Alfonso Rendano diventino un esempio da seguire guadagnandone di pubblicità anche in campo nazionale. Nessuno si era reso conto che il Teatro Rendano non risultava più tra quelli di “tradizione” sulla Piattaforma istituzionale del MiC con grande perdita di pubblicità per il Teatro e per la Città. Ho provveduto a farlo ripristinare. Ora, il Teatro Rendano deve tornare a produrre e a creare lavoro ed entusiasmo. Alla fine di questa avventura amministrativa il cinismo di pochi dediti alla critica non dovrà prevalere sulla buona politica.
Anna maffia
13 giugno 2022 at 15:31
Mi auguro che quanto descritto dal dott.Francesco Capocasale venga recepito dagli organi addetti e si facciano solleciti a recuperare tempo e fiducia
La Città non può attendere e l’Arte va incrementata.