di Giovanni Comoglio/Domusweb.it/
Con spirito diverso, in cornici più o meno formali, una certezza caratterizzava le Design Week milanesi del prepandemia, un topos imprescindibile riassumibile in un concetto: ai Saloni, si beve.
Il temporary bar, la presentazione che è festa, il raggruppamento anche casuale di designer, PR, persone entusiaste curiose e passanti attorno a minuscoli bar apparentemente anonimi all’occhio dei forestieri, istantaneamente iconici per tutti.
Per il 2022 ci si è molto interrogati su che aspetto avrebbe potuto assumere la ripresa delle attività dopo lo stop obbligato; l’aria che si respira è, in ogni caso, quella di un radicale ritorno alle vecchie abitudini, quindi, tra il 7 e il 12 di giugno, con debite anteprime e spin-off, tutta Milano si riattiva e il temporary bar torna a declinarsi in diverse nature, dal takeover socialmente provocatore dei chioschi di Parco Sempione alle installazioni in importanti location della città storica, alla diffusione capillare in tutti i distretti del design che compongono la galassia del Fuorisalone.
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