di Fabio Gallo
Facendomi carico delle tante richieste dei cittadini di Cosenza e di numerosi artisti anche internazionali che mi hanno gratificato della loro attenzione, ho rivolto tali pubblici auspici al Sindaco di Cosenza Franz Caruso per “adottare” il Teatro di tradizione Alfonso Rendano di Cosenza proponendomi per la Direzione Artistica dello stesso. Mi fido molto di lui, è persona seria. Credo di avere requisiti in abbondanza. Eccoli. CLICCA QUI.
Non possiamo esimerci, per guardare avanti, di chiudere con il passato analizzandolo. Non credevo, lo ammetto, di trovare un Teatro di “tradizione”, così abbandonato all’incuria, al degrado strutturale, al disinteresse politico e istituzionale di chi ha governato sino ad oggi la Città, nonostante rappresenti il luogo più importante della Città di Cosenza e dell’intera Regione a livello culturale. Una situazione che anche da ex candidato Sindaco della Città di Cosenza non posso tollerare e non voglio tacere, unitamente a tutti i cittadini che chiedono a gran voce il ritorno alla manifestazione dell’Arte e della Cultura in Città. E non mi fermerò fino a quando il Teatro di tradizione Alfonso Rendano tornerà a risplendere sia a livello strutturale che a livello artistico.
Il Teatro Rendano necessita di immediati interventi: piove nella Sala “Maurizio Quintieri”, il ridotto del Teatro, ove è stato posto un secchio per la raccolta dell’acqua che ha già distrutto gli stucchi dei decori dorati e penetrato l’intero cielo della grande sala. Uno spettacolo indecoroso testimone di anni di incuria e disinteresse.
Eppure, il ministro Dario Franceschini ha reso disponibili ben 90 milioni di Euro per la riqualificazione urbana della Città Storica di Cosenza e bisogna chiedersi se la precedente amministrazione comunale ha inserito la riqualificazione del luogo più importante per la Cultura della Città.
Ho effettuato una ricognizione nei locali del Teatro e posso dire che mai, dico mai, anche nei luoghi definiti da “terzo mondo” che pure ho conosciuto per i tanti anni di professione internazionale nel mondo dell’Arte, ho visto abbandonati in tale maniera. Anzi, i Teatri in queste latitudini sono sempre molto decorosi e simbolo di crescita e sviluppo nel mantenimento dei loro interni e delle attrezzature, se pur minime. La scalinata di accesso principale alla Sala è disseminata di muffa sulle pareti dalle quali è evidente il distacco di stucchi. Nei corridoi di servizio ai palchi sono visibili lesioni assai preoccupanti e segni di umidità sparsi ovunque.
I marmi delle scale in alcuni luoghi sono completamente spezzati con grave rischio per l’incolumità di chi vi accede. Per non parlare dei locali che sarebbero dovuti essere la celebre biglietteria del Teatro, letteralmente divorata dall’umidità, segno evidente di importanti infiltrazioni d’acqua che devono assolutamente essere fermate.
Nella prestigiosa Sala e nei palchi mancano, incredibile a credersi, anche le lampadine e non solo non è possibile ammirare la bellezza della stessa sala. Uno sguardo agli ambienti destinati a Sartoria, sala trucco, attrezzeria, fanno chiaramente intendere che il Teatro Alfonso Rendano ha subito la grande incapacità di chi ne ha avuto responsabilità amministrativa riducendolo ad una sorta di grande magazzino abbandonato. Inconcepibile.
Questo è l’impegno che assumo con i cittadini e con il Sindaco di Cosenza che, dal canto suo, si troverà a combattere contro i fantasmi del passato ed un dissesto finanziario che porrà molti limiti all’amministrazione. Ma credo che se ognuno di noi farà ciò che sa fare bene, ne usciremo dando un esempio di buona politica indispensabile perché Cosenza torni ad essere una meta ambita dal mondo dell’a Cultura e del turismo culturale.
Abbiamo visto cosa, la cattiva gestione politica, può portare di male alla Città e allo sviluppo socio culturale della comunità dei cittadini. Il fatto che non vi sia da anni una degna stagione lirica non mutuata ma reale, pone a rischio anche il continuare ad essere un Teatro di “tradizione”.
Nel corso della visita nel Teatro Alfonso Rendano ho avvertito un vuoto di civiltà, di quel senso civico cui noi tutti non possiamo rinunciare per non essere rubricati come cittadini di serie “B”. E’ nel mantenimento del nostro patrimonio culturale che si manifesta la buona politica ed il vivere civile e culturale, anche alla base dello sviluppo di nuove economie sostenibili che guardano all’impegno delle future generazioni. Sono certo che insieme al Sindaco di Cosenza Franz Caruso potremo fare molto per rivedere centrale il Teatro perché si possa presto tornare a parlare di quella Cosenza che un tempo meritò di essere definita l’“Atene della Calabria”.
Ho condiviso con il Sindaco di Cosenza Franz Caruso un programma preciso che, sono certo, sarà in grado di vivificare e riportare il Teatro Rendano agli antichi splendori, potendo contare personalmente su una più che ventennale esperienza di settore.
IL COMPITO DEI TEATRI DI TRADIZIONE/
I Teatri di tradizione, disciplinati dall’art. 28 della legge 14 agosto 1967, n.800 e, per il triennio 2018 – 2020, dall’art. 18 del D.M. 27 luglio 2017, hanno il compito di promuovere, agevolare e coordinare le attività musicali nel territorio delle rispettive province. La legge 800/67 prevede che il Ministro, sentita la Commissione Consultiva per il settore Musica, possa con proprio decreto riconoscere la qualifica di “teatro di tradizione” a teatri che dimostrino di aver dato particolare impulso alle locali tradizioni artistiche e musicali.
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