A. Salazar – ComunicareITALIA/
Quando si parla di innovazione tecnologica legata alla valorizzazione del patrimonio culturale, sembra più facile dirlo che farlo, come ha dimostrato la conferenza tenuta presso la Cittadella regionale della Calabria da Michela Cascasì in rappresentanza della Direzione Generale Musei Servizio II. Nell’incontro con numerosi direttori di musei calabresi ai quali la rappresentante della sede romana ha brillantemente spiegato i nuovi sistemi telematici che il MiC rende disponibili per la loro valorizzazione, si è registrato un vuoto strategico creatosi negli anni nella gestione dei musei calabresi manchevoli di adeguata “eloquenza” digitale in grado di rappresentarli. E come è noto, in rete vale una sola regola: “meglio visualizzato, meglio venduto”. A riprova di ciò, c’è stato chi, alla richiesta di preparare immagini adeguate al sistema del MiC, ha genuinamente esclamato: “e chi ci realizza le fotografie?”, a significare la scarsità di mezzi ed economie e, diciamolo, anche di spirito di iniziativa. Una veloce indagine sui motori di ricerca ne è la conferma. Nonostante la grande quantità di beni culturali in Calabria, risulta davvero difficile trovarne immagini in grado di stimolare l’utente a scegliere un museo che non conosce ancora, come meta.
Da li a poco avrei avuto modo di visitare in anteprima il “Museo Digitale della Calabria“, mai pensando che sarebbe diventata in pochi giorni la vera novità nel campo della valorizzazione digitale dei Beni Culturali, con tanto di presentazione in prima nazionale presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati e di successivi immediati apprezzamenti da parte dei TG nazionali RAI, da RAI CULTURA, da RAI Radio 1. Un motivo c’è. Il Museo Digitale della Calabria è una grande opera no profit realizzata da esperti nel campo digitale della Fotografia di opere d’arte che si sono posti come obiettivo quello di valorizzare il patrimonio culturale della Calabria per farne un approccio di altissimo livello raggiungibile da tutti e per tutti.
Facendo un passo indietro ho notato i promotori del Museo Digitale della Calabria seguire silenziosamente e con molto interesse la relazione di Michela Cascasì e, sul punto, ho posto alcune domande a Fabio Gallo, ideatore dell’innovativo Museo Digitale.
ComunicareITALIA: lei era presente alla conferenza di Michela Cascasì, come mai?
Fabio Gallo: Michela Cascasì è persona autorevole nel settore e non capita spesso in Calabria di potere ascoltare chi partecipa a creare il futuro della fruizione dei musei.
ComunicareITALIA: ne ha tratto beneficio?
Fabio Gallo: certamente. Ho compreso unitamente ai miei collaboratori, tutti presenti, che siamo sulla strada giusta.
ComunicareITALIA: quale sarebbe la strada giusta?
Fabio Gallo: investire in bellezza con coraggio e costruire nuovi modi e nuovi mondi per comunicarla a tutti con il fine di sostenere i processi di crescita culturale della società civile assicurando a tutti il diritto alla studio e alla conoscenza mentre, contestualmente, si digitalizza in altissima risoluzione e con tecnologie di ultima generazione, per tutelare i beni culturali da calamità naturali.
ComunicareITALIA: a cosa è dovuto il successo del Museo Digitale della Calabria? Sta registrando numeri importanti…
Fabio Gallo: oltre trentamila visite in pochi giorni dicono che c’è molto interesse per i beni culturali che stiamo caricando in rete. Un invito a visitare dal vivo i musei.
ComunicareITALIA: quanto contano le competenze in questo settore?
Fabio Gallo: moltissimo, direi che sono tutto. Digitalizzare beni culturali o librari per assicurarli alle future generazioni richiede alte competenze, conoscenza di tecnologie sempre aggiornate e una conoscenza perfetta del mondo della rete in evoluzione continua.
ComunicareITALIA: un’ultima domanda, cosa c’è nel futuro dei beni culturali e del Museo Digitale della Calabria? Lei è un esperto di intelligenza connettiva e gestione della conoscenza…
Fabio Gallo: la produzione di contenuti sperimentali, innovativi e di alta qualità, lo sviluppo di contenuti fruibili con nuove interfacce uomo-macchina come ad esempio la realtà aumentata, virtuale, immersiva e interattiva, riconoscimento vocale, schermi conformabili, interfacce neurali e molto altro, accessibili con tecnologie basate sulla rete 5G 2
ComunicareITALIA: la ringrazio
Fabio Gallo: grazie a lei per l’opportunità.
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