di Fabio Gallo/
La digitalizzazione dei Beni Culturali sta diventando sempre più importante per il loro accesso e conservazione a lungo termine. Allo stesso tempo, per la sua utilità in grado di rappresentare un grande balzo in avanti della nostra civiltà, la digitalizzazione è divenuta opportunità di sviluppo economico incentivando il turismo culturale e la creazione di nuove imprese che utilizzano i beni culturali come base per la loro attività e creatività.
Tuttavia, la digitalizzazione dei beni culturali solleva anche importanti questioni riguardanti la proprietà intellettuale pesantemente messa in discussione dall’espandersi dei motori di ricerca che da decenni, ormai, senza averne titolo, pubblicano le immagini del nostro patrimonio dei Beni Culturali per fini privati e commerciali, molto spesso veicolando i capolavori dell’Arte italiana con immagini di livello marchiano e a dir poco pessime, incapaci di rappresentare bellezza e spirito identitario del Bel Paese. In tal senso, nel tempo necessario alla classe politica italiana perché comprendesse il problema, le aziende estere hanno praticamente incassato il monopolio della gestione dell’immagine dell’Italia ai fini commerciali. Un business che vale centinaia di miliardi di Euro. Non a caso anche l’Europa lo ha compreso, anche se tardi, e parla di riconquista della supremazia digitale.
La digitalizzazione dei Beni Culturali è un processo che si riferisce alla creazione di versioni digitali di oggetti d’arte, monumenti, manoscritti, fotografie e altri oggetti che hanno un valore culturale come lo sono anche ambiente, paesaggio e archeologia. Questo processo, meramente tecnico, diventa oggi di fondamentale importanza sia al fine della valorizzazione, che della conservazione e tutela da possibili calamità naturali ed erosioni del tempo. Appare chiaro, in aggiunta, che per valorizzare il patrimonio dei Beni Culturali italiani nel quale è insito quel patrimonio identitario e spirituale che lo ha caratterizzato nei secoli e che rappresenta nel mondo il Brand Italia ed il Made in Italy, la digitalizzazione di un Bene Culturale deve andare oltre la mera esecuzione tecnica divenendo, la stessa Fotografia, Arte.
Ma digitalizzare oggi significa anche rendere accessibile il Patrimonio ad un pubblico più ampio. Ad esempio, una versione digitale di un manoscritto antico può essere distribuita su Internet, consentendo a persone di tutto il mondo di accedervi e di studiarlo senza doversi recare fisicamente nella biblioteca che lo conserva. Possiamo finalmente dire che grazie alla digitalizzazione, il patrimonio da luogo della Memoria diventa un “servizio pubblico innovativo e continuo” che garantisce anche il diritto allo studio e alla conoscenza, favorendo integrazione e larga condivisione del patrimonio identitario italiano e della stessa italianità. Tutti potranno essere ma anche e soprattutto, sentirsi italiani.
La digitalizzazione dei beni culturali può anche offrire nuove opportunità di sviluppo economico. Ad esempio, i siti storici possono diventare attrazioni turistiche più accessibili attraverso l’uso di tecnologie digitali come ambienti accessibili da visori di ultima generazione. Molti Musei che hanno compreso che la digitalizzazione non toglie ma amplifica l’interesse a raggiungere i luoghi dell’Arte, lo fanno già.
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