E’ prevista per giorno 1 gennaio 2023 alle ore 17.00 l’inaugurazione dell’istallazione delle opere di Alfredo Pirri nel Museo di Arte Contemporanea “Bilotti Ruggi D’Aragona” di Rende. A darne notizia è lo stesso mecenate Roberto Bilotti. La notizia ha provocato molto fermento nel mondo dell’Arte e della Cultura. L’inaugurazione vedrà presenti l’autore delle Opere e l’Assessore alla Cultura della Città di Rende Marta Petrusewicz che, insieme a Roberto Bilotti, presenteranno le opere di Alfredo Pirri che vanno ad arricchire il Museo di Arte Contemporanea che sorge nel cuore della Città Storica di Rende, nell’antico castello già sede delle attività municipali. L’inizio del nuovo anno porterà nel noto Museo l’attività del Centro di Alta Competenza CONNESSIONI che darà vita ad una vasta opera di digitalizzazione delle opere dando vita ad un progetto di bonifica, incivilimento e rigenerazione territoriale unico nel settore delle innovazioni, finalizzate alla valorizzazione dei Beni Culturali. Sarà presente il direttore di CONNESSIONI Fabio Gallo recentemente insignito della Medaglia d’Oro “Premio Internazionale Maison Des Artistes” presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” per avere digitalizzato e valorizzato parte cospicua del patrimonio culturale italiano.
Le Opere di Alfredo Pirri sono poste sulle 2 aperture delle torri anche elemento iconico e segnaletico che vi è un museo di Arte Contemporanea.
Anche in questo lavoro specifico per il Castello di Rende, Alfredo Pirri fa incontrare pittura e scultura, architettura e installazione, facendo interagire materia, volume, spazio e colore come veicoli di luce. Qui si confronta con l’architettura secolare per ricreare uno spazio che svolga una nuova funzione sociale, politica, culturale in linea con la nuova dimensione museale.
Le “Vetrate”, progettate specificamente per le aperture delle logge delle torri frontali che avevano funzione difensiva, costituiscono chiusura e apertura verso la Valle del Crati e l’Università. Una sequenza cromatica e luminosa che rappresenta un dialogo con il paesaggio tra presente e passato. Lastre colorate che imprigionano inserti metallici come punti di fuga, una sintesi lieve e immaginifica tra la storia secolare del luogo e la nuova vita museale. Cerchi intersecati tra loro sono visibili giorno e notte, un inno alla luce che di giorno la proietta colorata all’interno delle torri e di notte, di rimando, verso l’esterno facendosi segnali luminosi del museo quasi a proiettare all’esterno il patrimonio artistico contemporaneo che è all’interno. Un’opera che offre una diversa percezione dell’esperienza dello spazio e dell’architettura, una installazione che vive sul filo del rapporto tra arte e architettura, tra unità e frammentazione, come è tipico del lavoro dell’artista. L’opera interagisce con le massive torri angolari aragonesi (1442-1507) realizzate da Ferrante Alarcon de Mendoza, in analogia stilistica ai castelli coevi di Puglia, che trasformò la diruta costruzione normanna in residenza fortificata. Da allora numerosi terremoti e interventi di ammodernamento hanno cancellato l’identità architettonica originaria. Corridoi continuativi per realizzare uffici hanno tagliato le sale, il rifacimento dei solai ha provocato la perdita degli antichi soffitti e pavimenti e di ogni traccia decorativa. L’aggiunta di superfetazioni negli anni ’50 ne hanno alterato i volumi e la lettura del monumento. Alfredo Pirri propone un confronto figurativo e spaziale con la tradizione urbana e architettonica, una suggestione poetica che sottolinea il rapporto tra città e museo, tra il fuori e il dentro. L’opera così entra armonicamente a far parte del contesto dei lavori contemporanei che costituiscono il museo e interagisce con lo spazio offrendo un ulteriore livello di lettura tra materia, colore e luce in un suggestivo dialogo intimo e segreto.
Un’opera in continuità con le linee architettoniche del castello in un’armonia scambievole in cui l’opera e e il suo contesto si confrontano integrandosi come l’allegoria di un sogno. Il colore sottolinea le linee architettoniche e le riscatta dal grigiore cementizio. Linstallazione diventa così simbolo della nuova funzione e istituzione museale, elemento iconico e segnaletico. Fino ad oggi a Cosenza, Alfredo Pirri, il cui tratto artistico prevalente si identifica nelle grandi opere per spazi urbani e museali era presente con un lavoro non di contesto alla Galleria Nazionale. Finalmente anche noi abbiamo un’opera ambientale per la collettività.
Reggio Calabria: “Piazza” 2011 rielaborazione degli spazi antistanti il nuovo Museo Archeologico. La “finalità autentica del progetto non si limita al recupero e restauro dell’edificio bensì mette in campo un’operazione fondativa e civile … si è realizzata una piazza, un luogo pubblico nuovo” (A.P.)
Roma: PASSI, 2011 Galleria Nazionale d’Arte Moderna, lavoro installativo che camminando su specchi crettati accentua la percezione di una dimensione spaziale e temporale irreale ma allo stesso tempo radicalmente e intimamente materiale.
Firenze “Prospettive con Orizzonti” 2022 a copertura del nuovo Auditorium del Teatro del Maggio Musicale, su committenza dell’Amministrazione comunale . All’inaugurazione il sindaco di Firenze Nardella ha dichiarato: “Grazie ad Alfredo Pirri uno dei massimi artisti contemporanei, il Maggio musicale fiorentino ha un’opera d’arte permanente unica nel panorama italiano dell’arte, anche per dimensioni, che arricchisce tutta l’infrastruttura del Teatro”.
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