Dal governo sono arrivate misure più restrittive sugli spostamenti all’aperto per contenere il contagio da coronavirus. Ma nulla è stato deciso a livello centrale sugli orari di apertura di supermercati e negozi di alimentari. Così le Regioni si sono divise, procedendo in ordine sparso. Se il Veneto ha optato per una stretta sugli orari introducendo la chiusura domenicale – così come anche il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna, la Sicilia, la Campania e la Calabria- la Lombardia invece è più critica sull’opportunità di limitare l’accesso ai negozi di alimentari. Anche la Liguria è favorevole all’apertura domenicale. Il Lazio ha scelto una soluzione di compromesso: supermercati chiusi alle 19 dal lunedì al sabato e domenica alle 15. Da Palazzo Chigi è arrivata solo una precisazione: “I supermercati, gli ipermercati e i negozi di generi alimentari resteranno aperti durante il fine settimana”. Di fatto, però, il premier Giusepe Conte ha lasciato libera scelta ai governatori.
Come detto, il governatore del Veneto Luca Zaia ha firmato un’ordinanza che dispone la chiusura dei negozi nei festivi e chiude parchi e giardini pubblici. Limitati inoltre gli spostamenti anche con il cane entro i 200 metri di distanza dall’abitazione. “A me spiace firmare queste restrizioni, ma i dati ci fanno preoccupare”, ha detto Zaia, che ha inoltre chiesto al governo la chiusura delle aziende che producono beni non essenziali.
Ma sulla possibilità di ridurre l’orario dei negozi non tutti sono concordi. Ad aprire il dibattito è il leader di Italia Viva Matteo Renzi che su Twitter scrive: “Non sono giorni facili. Serve molta lucidità. Invito coloro che hanno responsabilità a decidere senza rincorrere gli umori ma seguendo il buon senso. Ridurre gli orari dei negozi crea solo più problemi: più calca, più code, più contagi. Aiutiamoci tutti e insieme ce la faremo”.
Sulla stessa linea anche l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, secondo cui ridurre gli orari del supermercati sarebbe “un grave errore”. Lo ha detto in collegamento all’Aria che Tira su La7. “Io li lascerei aperti sempre” per evitare assembramenti e resse nei negozi di alimentari. “Non c’è un’ emergenza alimentare, non creiamo il panico nella gente che pensa di non trovare da mangiare, si affollerà e già oggi ci sono code molto lunghe perché si rispettano le regole del distanziamento. Non ha senso chiudere alle 18”, ha concluso Gallera.
Il governatore della Lombardia Attilio Fontana tra le misure concordate con i sindaci della regione e richieste al governo ha indicato: “Limitazione dell’attività fisica e di uffici e studi professionali; chiusura dei cantieri; ulteriore limitazione delle attività commerciali; valutazione delle attività produttive che possano ritenersi assolutamente estranee alle filiere essenziali per l’attività della nostra regione e di tutto il Paese”. Ma non ha parlato di riduzione degli orari di supermercati e negozi alimentari.
Zaia auspica invece “una collaborazione a livello nazionale”. E ha aggiunto: “Ho visto che il collega Fedriga (presidente del Friuli Venezia Giulia, ndr) lo ha adottato, Fontana lo vuole fare, Bonaccini in Emilia Romagna lo ha fatto. Il governo valuti di portarle a livello nazionale. Fermo restando – ha concluso – che dopo la sentenza del Tar della Campania ci siamo mossi subito”.
Gli orari di supermercati e alimentari nelle varie regioni
Riassumiamo schematicamente le scelte delle varie regioni:
Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Sicilia, Campania, Calabria: chiusura la domenica e nei giorni festivi.
Lazio: 8:30-19 dal lunedi al sabato. Domenica 8:30-15:00.
Lombardia e tutte le altre regioni: nessuna limitazione degli orari.
La catena Esselunga fino a venerdì 3 aprile ha deciso autonomamente che nei negozi in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Liguria e Toscana la chiusura nei giorni feriali verrà anticipata alle 20 e la domenica l’orario sarà dalle 8 alle 15. Anche la Coop ha deciso di chiudere 1.100 negozi sia domenica 22 che domenica 29 marzo. Stessa scelta per la Conadnei suoi 3mila punti vendita.
Quanto ai mercati rionali restano aperti a Roma e a Bologna seppure con limitazioni per garantire la sicurezza. A Palermo continua l’attività di Ballarò e Vucciria solo per chi ha una bottega al coperto (senza bancarelle). Chiusi i mercati settimanali a Bari.
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