Anche gli appassionati di musica amano l’Italia: il nostro Paese è la destinazione preferita da questo tipo di turisti che viaggiano per interessi musicali, seguita da Germania, Austria, Francia e Regno Unito. Arrivano per assistere a opere liriche e a concerti nei più bei teatri italiani, per partecipare ai festival musicali, per visitare i luoghi di Verdi, Puccini, Rossini, Donizetti e i laboratori dei liutai, coniugando in molti casi anche un’esperienza culturale più allargata del territorio: musei, borghi, ville, botteghe artigiane e molto altro. Emerge dal I rapporto sul turismo musicale in Italia e in Veneto, curato da Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura di Torino per CUOA Business School nell’ambito del più ampio progetto “Note in Viaggio. Itinerari formativi esperienziali per valorizzare l’offerta musicale del Veneto“, finanziato dalla regione Veneto. Sarà presentato al CUOA ad Altavilla Vicentina il 10 dicembre alle 14.
Quello musicale è un turista esigente, che investe molto per esperienze di qualità, autonomo nell’organizzazione dei propri viaggi (circa l’80% si organizza il viaggio da solo) e che si sposta più di frequente con gli amici che condividono la passione per la musica (37% dei rispondenti). Un pubblico importante non solo per il settore turistico ma anche, molto, per gli operatori e tutta la filiera della musica. Nello scegliere la meta e il viaggio musicale la principale fonte utilizzata per raccogliere informazioni è il web (72%). Dalla formazione dei conservatori e delle prestigiose masterclass alla tradizione liutaia, dall’editoria musicale all’alto artigianato per la realizzazione di costumi e scenografie, a una vastissima offerta lirica e concertistica nei teatri, nelle sale da concerto e sul territorio con il ricco panorama dei festival fino ai “boschi sonori” che hanno fornito il legno per strumenti di grandissima eccellenza, dagli Stradivari ai Guarnieri: in Italia l’offerta è davvero vasta.
Flussi turistici importanti anche i teatri dell’opera italiani: il Museo Teatrale alla Scala ad esempio accoglie circa 250.000 visitatori l’anno e i Laboratori del Teatro alla Scala, sempre a Milano all’Ansaldo o, ancora, le visite al teatro La Fenice con circa 160.000 accessi all’anno posizionano il teatro prima di importanti musei veneziani. C’è poi l’attrattività generata dai luoghi legati ai grandi nomi della classica italiana: Pesaro con Rossini, Lucca con Puccini, Parma e Busseto con Verdi, Bergamo con Donizetti, Venezia con Vivaldi ma anche Modena con Pavarotti. E veri e propri itinerari – brevi e più lunghi – alla scoperta di compositori come Monteverdi o a grandi interpreti come Paganini in onore del quale nel 2018 è nata la European Paganini Route.
A ciò si aggiungono le testimonianze date dal passaggio in Italia dei grandi musicisti e compositori stranieri come Mozart, che visitò più volte l’Italia tra il 1769 e il 1773, o Wagner che morì a Venezia nel 1883 e molti altri. Grande la portata dei festival dal punto di vista turistico ed economico: il Festival di Caracalla nel 2017 ha generato 4.126.000 di incassi, grazie ai suoi 77.610 spettatori. Il Macerata Opera Festival ha raggiunto la quota di 36.500 spettatori e un incasso di oltre 1.263.000. Il Rossini Opera Festival nel 2018 ha raggiunto il record di 18.260 spettatori con un incasso di 1.392.000 e in questo caso il pubblico ad esempio è composto da stranieri per circa il 67%.
Fonte: ANSA
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