Castel Sant’Angelo, nel suo aspetto multiforme di sito archeologico, di antica fortezza e prigione, ma anche di residenza pontificia rinascimentale ricca di episodi artistici di grande rilievo, può essere considerato un monumento esemplare della plurimillenaria storia di Roma. Sorse come Mole Adriana tra il 123 e il 139 d.C. per volontà dell’imperatore Publio Elio Traiano Adriano (76 – 138 d.C.) e mantenne la funzione funeraria ancora per un secolo, per la dinastia degli Antonini. Fu edificato in una zona suburbana, sulla riva destra del Tevere e raccordato alla città dal ponte Elio che oggi si presenta nella sua veste barocca, decorato degli angeli scolpiti da Gian Lorenzo Bernini e dai suoi collaboratori.
Riadattato ad avamposto militare al tempo dell’imperatore Aureliano (270-275 d.C.) che lo incluse nel sistema difensivo di Roma sfruttandone la vicinanza con il fiume, poi minacciato dalle incursioni barbariche e conteso dalle più potenti famiglie romane, l’edificio subì nel tempo profonde modifiche volte a trasformarlo in vera e propria fortezza.
In seguito alla leggenda di origini medievali secondo cui l’Arcangelo Michele apparve a papa Gregorio Magno sulla sommità della Mole annunciando la fine della peste (590 d.C.), vide cambiare il suo nome in castellum Sancti Angeli e passò gradualmente sotto il controllo del Papato (sec. X-XIV).
A partire dalla metà del Quattrocento, all’interno del Castello furono realizzati gli appartamenti papali che arricchirono i piani nobili con ambienti dotati di raffinate decorazioni a grottesche; il castello divenne anche sede dell’Erario e dell’Archivio Segreto. In occasione del Sacco di Roma del 1527 le sue stanze ospitarono la corte pontificia di papa Clemente VII Medici, in fuga dai palazzi vaticani attraverso il Passetto di Borgo, corridoio che collega il bastione San Marco del castello con il Palazzo Apostolico. Grazie alla volontà di papa Paolo III Farnese (1534-49) gli ambienti residenziali del castello furono ampliati con due nuovi piani, sontuosamente decorati ad affresco da un gruppo di pittori legati alla scuola di Raffaello, coordinati da Luzio Luzi e Perin del Vaga.
Nel corso dei due secoli successivi, l’assetto difensivo della fortezza fu messo a punto con l’ampliamento dei quattro bastioni angolari e la costruzione di nuove cinte murarie. Il castello conobbe l’assedio dei soldati francesi alla fine del XVIII secolo, fortunatamente preceduto dalla messa in sicurezza dell’Archivio Segreto, che sarebbe poi confluito in quello Vaticano.
Le prime indagini archeologiche e i lavori di ripristino di alcuni ambienti del monumento romano datano all’inizio dell’Ottocento; a questi si aggiunsero, alla fine del secolo, gli scavi che interessarono l’area dell’adiacente lungotevere per l’elevazione degli argini del fiume e che fecero emergere molti reperti poi confluiti nelle collezioni di frammenti lapidei e di armi conservati nell’edificio. Castel Sant’Angelo entrò nel Demanio dello Stato italiano nel 1870, come caserma e carcere militare, funzione che mantenne fino al 1901.
Mariano Borgatti, maggiore dell’Esercito italiano, ne assunse la direzione e nel corso di un cinquantennio promosse ingenti lavori di restauro del monumento, che nel 1911 fu sede della grande Esposizione internazionale di Roma.
Anche a seguito dei beni confluiti nel monumento in tale occasione, cui si unirono diverse donazioni di collezionisti, e come esito di una lunga e articolata gestazione, nel 1925 fu istituito il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo. Fonte Mibact
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