Insieme alla valigetta con i codici di lancio dei missili nucleari, il Presidente russo riceve anche documenti “top secret” sugli alieni e le loro visite alla Terra e sull’attività dei “Men in Black” russi: questo, insieme ad altre considerazioni su Babbo Natale, se le è lasciate scappare il premier russo, Dmitri Medvedev, in un”fuorionda” durante un’intervista a varie televisioni, ma captato da vari cronisti.
A una domanda specifica di un giornalista, fuori onda, Medvedev dice che “insieme alla valigetta con i codici nucleari, al leader del Cremlino viene consegnato una speciale cartella ‘top secret’. Questa cartella contiene solo informazioni sugli alieni che hanno visitato il nostro pianeta”. Inoltre, “gli viene consegnato un rapporto del servizio segretissimo che esercita il controlla sugli alieni sul nostro territorio nazionale”, aggiunge Medvedev, secondo cui “informazioni più dettagliate su questo argomento potete ricavarle dal noto film ‘Men in Black'”, “però non vi dirò quanti di loro sono fra noi perché questo creerebbe panico”, ha aggiunto il premier, che ha già servito per un mandato come presidente della Federazione russa. Medvedev in questo dialogo dice anche di credere in Babbo Natale (“Padre Gelo” in russo), “ma non molto profondamente” e comunque “voi lo sapete, non sono uno di quelle persone capaci di dire ai bambini che babbo Natale non esiste”.
La notizia è stata accolta con molta soddisfazione da numerosi cittadini italiani che negli ultimi tempi hanno potuto assistere a movimenti del tutto fuori dall’immaginario sia nei cieli che nella prossimità del suolo. Un caso che ha suscitato molto scalpore non più di un anno addietro è quello di Fabio Gallo che recatosi in Calabria per una missione lavorativa insieme ad una sua collaboratrice, ha postuto assistere ad una manifestazione aliena durata oltre 90 minuti. L’evento fu oggetto delle solite battute dalla parte della stampa locale, in particolare dal Quotidiano della Calabria che scrisse, in merito alla testimonianza resa da Fabio Gallo alla Gazzetta del Sud che l’esperto della Fondazione “Paolo di Tarso” aveva visto “un asino che volava”. Ironia della sorte, però, il giorno successivo fu proprio la Polizia di Cosenza a fotografare un secondo evento nei cieli della Città di Cosenza, riducendo al ridicolo il quotidiano locale che aveva mostrato poco rispetto scientifico per il possibile evento, senza approfondire.
Abbiamo ascoltato proprio a Fabio Gallo cosa ne pensa della dichiarazione del Premier russo Dmitri Medvedev: “quella sera tornato da un appuntamento di lavoro tenutosi a Crotone e ritornavo a Cosenza per partire alla volta di Roma, città in cui sono residente e lavoro. All’altezza del cimitero di Cosenza, insieme alla mia collega, abbiamo scorto una grande luce fissa nel cielo sopra le nostre teste, ad un’altezza, almeno così sembrava, di circa 200/300 metri. Era arancione, una luce pura e brillante che fu protagonista di una serie di spostamenti in linea orizzontale che la portavano dalla Valle del Savuto fino alle montagne che si affacciano alla costa tirrenica per poi, in pochi secondi, trasportarsi sulle montagne opposte della Sila. Da questa grande luce, dopo circa 20 minuti, abbiamo visto uscire altre 4 luci tre delle quali piccole e più veloci che volteggiavano rasentando il suolo sulla vicina collina ove sorge il Santuario della madonna della catena di Laurignano. Noi non abbiamo avuto il minimo dubbio di cosa si trattasse e, soprattutto non abbiamo avuto alcun timore. Anzi. La cosa che mi sbalordì, ivece, è stato il grande sentimento di pace che regnava in me nell’osservare ciò che facevano. Mi sentivo attratto e sicuro che nulla di male sarebbe accaduto. Quando i 4 elementi uscirono dalla grande sfera arancione, essa si recò sulla Città di Cosenza ed ebbi la chiara sensazione che qualcuno o qualcosa mi stesse dicendo che stava mappando la città sottostante. Poi, alla fine, ho visto chiaramente che le tre piccole sfere luminose sono scese in terra e sono certo anche del luogo poiché quando ritorno a Cosenza presto servizio in un ufficio distante in linea d’aria da questo luogo non più di un chilometro. Ricordo che quella notte rientrai nella casa paterna ed ebbi la fortuna di incontrare, lungo la strada, il capo cronaca della Gazzetta del Sud al quale raccontai subito la cosa. La notte, intorno alle tre, non riuscivo a prendere sonno e vidi chiaramente grazie al controluce della finestra semi aperta che una sagoma era fissa li, accanto a me. Questo fu l’ultimo ricordo perché immediatamente dopo mi addormentai di colpo. Non era una sagoma di un essere umano.., o almeno non ne aveva la forma che pensiamo noi. Ma la cosa strane, dopo tutto questo è che non vi trovo nulla di straordinario. Anzi, trovo che vi sia qualcosa di molto armonico anche con la fede.
Debbo anche dire che non è la prima volta che vedo un oggetto non identificabile secondo i canoni consentiti ad un normale cittadino che non ha contatti con segreti militari. Ma, in ogni caso, sono certo che nessuno strumento che contiene esseri umani può spostarsi ad una velocità simile. Essa corrisponde alla nostra velocità di pensiero poiché questi oggetti si smaterializzano nel luogo in cui li fissiamo per materializzarsi in angolazioni e luoghi diversi, distanti alcuni chilometri, senza che trascorra un istante del nostro tempo. Penso che alcuni esseri umani siano più capaci di altri di accostarsi a queste dimensioni, almeno fino a quando queste coscienze intelligenti riterranno di diventare dominio di tutti. Una cosa posso dire per certo: non sono cattivi altrimenti, per quanto mi è sembrato di capire dalle loro capacità tecnologiche, avrebbero potuto fonderci come il burro in un altoforno in pochi istanti. Penso anche che qualcosa del genere umano li incuriosisca molto. Forse l’indifferenza e l’odio. Rispetto a loro siamo uomini delle caverne. Ecco perché non ci faranno del male. Per il momento”
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