Una nuova associazione di imprenditori orientata a promuovere lo sviluppo delle aziende siciliane, supportando attivamente gli imprenditori nella lotta contro le estorsioni del racket e le pressioni mafiose: è Liberaimpresa, che è stata presentata a Palermo il 27 marzo scorso e che conta già sull’appoggio di 42 aziende.
Sviluppo economico e legalità: un binomio faticoso, e tristemente carico di implicazioni in Sicilia, come dimostra la storia di Libero Grassi, imprenditore palermitano assassinato dalla mafia nell’agosto del ’91 per aver contrastato – in totale solitudine – una richiesta di pagamento del pizzo. A vent’anni di distanza dall’omicidio dell’imprenditore siciliano, “Liberaimpresa” sembra nascere proprio da questo necessario presupposto: l’esigenza di creare una rete di sostegno che supporti il decollo dell’imprenditoria siciliana nel quadro della legalità.
In questo senso, Giovanni Felice, presidente dell’associazione, ha le idee chiare: “L’intento è rilanciare il movimento associativo partendo da un presupposto, che è quello della crisi, non solo dell’ economia ma anche della politica. Vogliamo radicarci nel tessuto sociale per elaborare in tempi brevi la nostra proposta di sviluppo per Palermo e presentarla prima delle elezioni ai candidati sindaco della città”.
Sviluppo economico e rinnovamento politico: elementi legati a filo doppio nel quadro dell’annosa (anzi, secolare) “questione meridionale”. In questo senso, Giovanni Felice rappresenta una figura emblematica per la neonata associazione di imprenditori: presidente catanese della Confesercenti (citata peraltro proprio da Libero Grassi nella sua ultima lettera, come l’unica associazione di categoria che gli avrebbe fornito sostegno), Felice è stato clamorosamente accantonato e sfiduciato qualche mese fa dopo aver denunciato il rischio di infiltrazioni mafiose nell’associazione.
La fondazione di “Liberaimpresa” si colloca, quindi, in una prospettiva apertamente complementare rispetto alle evidenti carenze emerse nell’ambito di un’associazione di categoria come la “Confesercenti”. Attenzione: complementarietà, non antagonismo, come specifica a chiare lettere il manifesto dell’associazione di Giovanni Felice.
“Liberaimpresa – si legge infatti – non nasce in antagonismo alle altre associazioni di categoria, ma si propone di affrontare il tema dello sviluppo e della rappresentanza dei soci con una prospettiva diversa, anteponendo l’interesse collettivo alle speculazioni, agli affarismi, ai profitti dei singoli che affossano la società.”
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