a cura della Redazione di ComunicareITALIA e Adnkronos/
“Il Futuro è già qui”. Il libro del Presidente della Centrale Finanziaria Generale Giancarlo Elia Valori: un punto della situazione importante del nostro millennio che consente a tutti di comprendere bene qual è il bagaglio e il know how che ci portiamo dietro a vantaggio del nostro futuro, quali sono i cambiamenti in atto e quali sono le prospettive del mondo dell’economia, della società, della cultura e della comunicazione a beneficio del Mediterraneo e del pianeta.
Nel Palazzo della Cancelleria a Roma c’erano proprio tutti coloro che stanno lavorando incessantemente per dare un futuro nuovo all’Italia – nonostante tutto. Si parla di economia e cultura del mediterraneo e del ruolo del nostro Paese in esse.
Tutti hanno ascoltato con grande attenzione l’autore del libro Giancarlo Elia Valori, che è disponibile in tutte le librerie, che così ha esordito: “Il futuro del Mediterraneo abita nella capacita’ di risvegliare i suoi valori profondi. E’ il ritorno del pensiero politico come strategia, dell’economia come servizi, stili di vita e modelli culturali, ma anche quadrante geopolitico che deve giocare il suo ruolo nella fase di una globalizzazione strategica nella quale tutti i vecchi imperi si ritraggono. Una nuova era, già iniziata, che richiede tecnicità non tecnocratica e capacita’ di decisione su scena globale”.
A presentare il volume tra i relatori Antonio Catricala’, Presidente dell’Autorita’ Garante della concorrenza e del mercato, Antonio Martone, Avvocato generale presso la Cassazione, Antonio Maccanico, presidente Associazione Civita, Paolo Savona, presidente Unicredit Banca di Roma e Tarak Ben Ammar, vicepresidente de La Centrale Finanziaria Generale e come moderatore Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera.
Tra i numerosissimi intervenuti nella cornice della sala cinquecentesca di palazzo della Cancelleria il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, l’amministratore delegato di Telecom Italia Franco Bernabè, il presidente di Mediobanca, Cesare Geronzi, il finanziere Roman Zaleski, il presidente e proprietario del Gruppo Gmc-Adnkronos Giuseppe Marra, Mons. Natalino Zagotto, Vicario Episcopale della Diocesi di Roma per la Vita Consacrata, il Dott. Andrea Monorchio, già Ragioniere Generale dello Stato e Presidente della Commissione del Controllo Autorità Lavori Pubblici, il Dott. Piero Gnudi Presidente dell’Enel, il Dott. Andrea Mondello Presidente dell’Unioncamere Lazio, il Dott. Luigi Giampaolino, Presidente dell’Autorita’ per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture, il generale Giorgio Piccirillo dell’Agenzia informazioni per la sicurezza interna (Aisi, ex Sisde); Gaetano Gifuni già Segretario Generale del Senato della Repubblica Italiana; il Dott. Giovanni Sapia, oggi Presidente del Collegio Sindacale della Camera di Commercio di Roma.
Presente Viviana Normando, convinta assertrice della centralità dello Stato, in rappresentanza delle testate Giornalistiche del Gruppo ComunicareITALIA della Fondazione “Paolo di Tarso” (della Chiesa di Stato) e Fabio Gallo dei Rapporti Istituzionali e Area Progetti della stessa Fondazione, per i progetti nel settore della gestione della conoscenza. Quest’ultimo, promotore di un “governo intelligente” delle risorse culturali dell’Italia a cura dell’Italia stessa. Brand Italia e made in Italy in rete, a parere di Fabio Gallo, non dovranno essere gestiti da multinazionali estere rappresentando il cuore, organo strategico dell’economia nazionale.
“Mi ha entusiasmato – ha detto poi Mons. Natalino Zagotto – il discorso di Tarak Ben Ammar, vicepresidente de La Centrale Finanziaria Generale che ha dedicato il suo intervento ai rapporti tra Italia e paesi arabi, sottolineando il ruolo dell’Italia nei confronti dei Paesi dell’Africa. L’Italia è stata definita la freccia verso l’Africa. Ammar ha anche lanciato, insieme a Giancarlo Elia Valori, un messaggio preciso laddove il Mediterraneo non può fare a meno di Israele. Alla centralità di questo paese Ben Ammar ha dedicato particolare attenzione sostenendo che Israele deve far parte dell’Unione del Mediterraneo”. “Ogni giorno – ha detto infatti Tarak Ben Ammar – che passa senza pace viene messa in pericolo la sua stessa esistenza”. L’imprenditore franco-tunisino ha chiesto quindi all’Italia di tenere aperte le frontiere nei confronti dei paesi del Medio Oriente, per consentire ai giovani, ‘ai leader di domani’ di conoscere questa cultura. Leader politici, come Ahmadinejad, non conoscono nulla della cultura italiana, ”non hanno mai visto un film di Fellini”. Per i giovani arabi ”trovare un partner che comprenda i loro bisogni è fondamentale, e in questo l’Italia è riuscita bene”.
Foto e approfondimenti degli interventi: Adnkronos GMC/Ign.
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